Ricerca personalizzata

23 maggio 2011

Ben Harper - Give Till It's Gone

























Non riesco a essere cattivo con Ben Harper, nemmeno drastico. Gli concedo sempre una chance, lo giustifico, lo capisco anche se da anni non ci regala un disco decisivo e a questo punto lo storyboard ormai è chiaro, il nostro ex ragazzo ex promessa sarà sempre così - un incompiuto. Non riesco a volergli male perché è uno che si butta, ha una sua autenticità, e ama il rock in maniera appassionata come non usa più. Però c'è un salto troppo grande tra le cose annunciate e quelle ascoltate, tra le smanie che si traducono in uno-due dischi comunque ogni anno e la messa a fuoco precisa che uno vorrebbe da un artista arrivato ormai alle soglie dei vent'anni di produzione.

"Ho voluto creare un suono fresco che allo stesso tempo fosse legato a tutto quello che ho sempre fatto". La promessa questa volta suona così. "Non avevo mai realizzato un disco che scandisse in questo modo la linea del tempo - è l'espressione musicale più onesta che potessi realizzare". Chissà. "Il rock & roll non è mai stato così libero come adesso, in tutti i sensi". Fosse vero.

Alla fine Give Till It's Gone è un disco piuttosto ordinario, un mosaico di struggenti luoghi comuni della storia rock con chitarre infiammate, voce abrasiva e tutto il campionario di onore, amore, fede, lealtà, pensiero positivo, volontà che un rocker "politicamente corretto" ama mettere in campo. Meno velocità rispetto agli album con i Relentless 7 ma gusto comunque per suoni grezzi, sporchi, per macchie e nodi. Nobili fantasmi aleggiano nei dintorni, da Roy Orbison, il cui ricordo ha scatenato Don't Give Up Me Now, a Neil Young, che ha ispirato Rock & Roll Is Freecon la scintilla della sua Rockin' In The Free World. Un paio di questi spettri sono in carne e ossa e si chiamano Jackson Browne, che ha messo a disposizione il suo studio e collaborato nella malinconica Pray That Our Love Sees The Dawn (una delle rare ballads) e Ringo Starr, che si ascolta in Spilling Faith e nella jam nata sulla coda del pezzo, Get There From Here.

"Il tema dura meno di un minuto e la coda invece un'ora!", ha scherzato il vecchio scarafaggio, centrando con una battuta delle sue uno dei problemi dell'album: ci sono la voglia, l'energia, il sacro furore, mancano giusto le canzoni.